Italian version below
At the beginning of May 2018, thirty participants from Albania, Belgium, Czech Republic, Germany, Greece, Hungary, Italy, Japan, Macedonia, Portugal, Russia, Slovenia, Spain, and Turkey, gathered in Cecina, Italy for a 5-days Betzavta training seminar, organized by IYNF.
The Betzavta, the word originally comes from Hebrew meaning “together”, is a method of learning democracy, which was developed in Israel for political education work for the Israelis and Palestinian children, and then adapted in Germany in 1990s before renowned internationally.
The Betzavta method landed on the IYNF topic of the year 2018, “Start with yourself”, as the principal method for the series of its training seminars. On the first day of the activities, the trainers, Tali and Sophie welcomed all of us and said that the Betzavta method would bring each participant with different experience, and we would start seeing what they meant by it in the course of the seminar. It scratched my curiosity, so I went to ask some of the participants who already had experienced the Betzavta method from the seminar “Get on Board”, IYNF´s first seminar of 2017. I could not quite capture what the Betzavta method was from their answers but, instead, what I found out was that all of those who answered me was sure that this seminar would be different from the one they had participated previously. Without a doubt, I felt that the curiosity in me was growing.
The Betzavta training method consists of a series of activities of interactive group tasks followed by a reflection session. The group tasks seemed to me extremely simple on a first sight, sometimes as one of those exercise you did in the kindergarten. For example, on the 4th day, we did an activity of “Dream House”. Each of us drew our dream house on a sheet of A4 paper, then the trainers divided us in groups of five and gave us the instruction “to make a dream house of the group on a new sheet of paper in next 15 minutes.” while handing us a new sheet of paper, a glue and a pair of scissors to each group. We discussed and agreed on which piece of element should be cut out from the “old” individual dream house and glued on the “new” collective dream house. When time was over, we came back to the entire group. The trainers gave us another instruction to decide a representative of the group and to have him/her come with the paper of the group´s dream house to the center of the circle and meet the representatives from other groups. At this point, I knew what was going to come next. And right on, the next instruction was the same as the last one. The difference was that the dream house of the hand of each representative was already the collective dream house of 5 people, therefore the result of this round would be the dream house of 30 people, and on top of it, the decision-making process was handed over to those representatives.
Explanations of the values of their dream houses from each representative, ideas of making the process equally and inclusively, concerns of their needs being represented from the outer circles, the voices of the trainers telling us how much time we had left and when the time had run out, we had a sheet of paper of the “Dream House”, the manifestation of the values which were hooted over the circle during the activity: inclusiveness, equality, democracy etc. These values above were discussed in the following reflection session with the sharing of the personal experience of the internal ethical and moral struggles by participants. On this 4th day of the seminar, I began seeing the aims of those tasks and reflection session, overall what the Betzavta method is about. The interactive tasks were simple yet well-structured to create light dilemmas and conflicts in each participant and them being shared in a whole group transparently, while the reflection sessions were well-guided by those incredible trainers for us to reflect on what on the earth exactly happened to have ended up riding on the emotional rollercoaster.
I comprehended the reason that there would be no same training with this method. There was, after all, not an identical “natural patterns” of individual behavior and thought which construct the group dynamic. Each group makes up their trainings by the contribution of each participant who is challenged to figure out how responsible he/she is to the group and how he/she contributes to the group. The challenges and the process of overcoming them varied for each participant, but what was something in common among participants was the recognition of the presence of group and what this group contains, the others, precisely, their feelings, rights, freedoms, struggles all in a package. After these 5 days, what we have learned was we have learned as a group. We learned together. What we have learned together was lovely and powerful, I say.
Italian version
Nei primi giorni di maggio 2018, trenta partecipanti provenienti da Albania, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Giappone, Macedonia, Portogallo, Russia, Slovenia, Spagna e Turchia, si sono riuniti in Italia, a Cecina, per partecipare al seminario formativo Betzavta della durata di 5 giorni organizzato da IYNF.
La parola Betzavta, trova le sue radici nella lingua Ebraica e significa insieme; è un metodo particolare che aiuta a comprendere il concetto di democrazia. Questo metodo è stato sviluppato sviluppato in Israele all’interno del lavoro di educazione politica rivolto ai bambini Israeliani e Palestinesi, poi adattato in Germania negli anni ’90 ed oggi riconosciuto a livello internazionale.
Il metodo Betzavta è stato impiegato come principale metodo dal IYNF per la serie di seminari di formazione dell’anno 2018 aventi come tema principale :“Start with yourself” – Parti da te stesso. Il primo giorno di attività, i formatori dell’incontro, Tali e Sophie, ci hanno accolto spiegando preventivamente che il metodo Betzavta avrebbe riservato per ogni partecipante un’esperienza unica e che avremmo iniziato a comprendere cosa ciò significava solo durante il corso del seminario. Incuriosito da questo nuovo metodo, sono andato a chiedere ad alcuni dei partecipanti che avevano già sperimentato il metodo Betzavta durante il seminario “Get on Board” – Sali a bordo, il primo seminario di IYNF del 2017. Dalle risposte che ho ottenuto però non sono riuscito a capire in che cosa consistesse concretamente il metodo Betzavta. Tuttavia, tutti quelli che mi hanno risposto erano sicuri che questo seminario sarebbe stato diverso da quello a cui avevo partecipato in precedenza. Questa cosa non ha fatto altro che incuriosirmi ulteriormente…
Il metodo Betzavta consiste in una serie di attività di gruppo interattive seguite da una sessione di riflessione. A prima vista i compiti assegnati al gruppo mi sono sembrati estremamente semplici, come quegli esercizi che si fanno alla scuola dell’infanzia.
Ad esempio, il 4 °giorno, abbiamo svolto un’attività di “Dream House” – Casa dei sogni. Ognuno di noi ha disegnato la propria casa dei sogni su un foglio A4, dopodiché i formatori ci hanno divisi in gruppi di cinque persone chiedendoci di realizzare una casa dei sogni del gruppo su un nuovo foglio A4 nel giro di 15 minuti, consegnandoci un nuovo foglio di carta, una colla e un paio di forbici. Abbiamo discusso e concordato quale pezzo di elemento doveva essere ritagliato dalla casa di ciascuno e mano a mano lo abbiamo incollato sulla nuova casa dei sogni collettiva. Terminato il tempo, siamo tornati tutti insieme. I formatori ci hanno chiesto di decidere un rappresentante per ciascun gruppo per fargli incontrare i rappresentanti degli altri gruppi.
A questo punto, iniziavo ad immaginare che cosa sarebbe successo dopo. Infatti, l’istruzione successiva è stata identica a quella che ci avevano dato inizialmente. La differenza era che la casa dei sogni in mano a ciascun rappresentante era già la casa dei sogni collettiva di 5 persone, quindi il risultato di questo round sarebbe stato la casa dei sogni di 30 persone, e, per di più in questo caso il processo decisionale sarebbe unicamente di competenza dei rappresentanti.
Tutto quel lavoro e ci siamo ritrovati come risultato il foglio della casa dei sogni collettiva, ovvero la manifestazione dei valori che avevano costituito il focus durante l’attività: inclusività, uguaglianza, democrazia, ecc. Questi valori sono stati poi discussi nella sessione di riflessione successiva con la condivisione da parte di ciascuno della propria esperienza personale, delle lotte etiche e morali vissute internamente da parte dei partecipanti. E’ stato durante quel 4 ° giorno del seminario che ho iniziato a comprendere dove i formatori volevano portarci con quei compititi in superficie “banali”.
I compiti sottoposti al gruppo erano semplici ma ben strutturati al fine di creare dilemmi e conflitti interni a ciascuna persona per essere poi condivisi in un intero gruppo in modo trasparente, mentre le sessioni di riflessione erano ben guidate da quegli incredibili trainers per farci riflettere su cosa esattamente aveva fatto scatenare dentro di noi quelle “montagne russe di emozioni”.
Ogni gruppo si è allenato a capire chi è responsabile per il gruppo e come ognuno può contribuire alle dinamiche decisionali del gruppo.
Le soluzioni proposte per superare i vari problemi variavano da partecipante a partecipante, ma ciò che era comune a tutti era il riconoscimento della presenza di un unità operativa e ciò che stava dentro il gruppo: gli altri, precisamente, i loro sentimenti, i loro diritti, le loro libertà, le loro lotte tutto in uno. Dopo questi 5 giorni, quello che abbiamo imparato, lo abbiamo imparato come gruppo. Abbiamo imparato insieme. Quello che abbiamo imparato insieme è stato bello e potente