Sit-in e flash mob in tutta Italia per la Settimana per il clima. I giovani del venerdì danno il via a una nuova ondata di proteste, in vista del Global Strike for Future del 27 settembre
L’appuntamento clou è stato a Roma, a piazza Montecitorio, alle 11 del 20 settembre, per dare il via alla Climate Action Week: la settimana d’azione per il clima che culminerà con il terzo Global Strike for Future, il 27 settembre.Contemporaneamente, nel resto d’Italia, con un cappio al collo e con un blocco di ghiaccio che si scioglie, i ragazzi di Fridays for Future sono pronti a inscenare il destino drammatico che ci attende: il futuro della specie in pericolo per i drammatici effetti dei cambiamenti climatici. Un appello che si rincorre di venerdì in venerdì, da quando Greta Thunberg li ha convocati nelle piazze di tutto il mondo, il 15 marzo scorso.
Studenti delle scuole superiori, ma anche della scuola media e dei primi anni d’università: i rivoltosi del venerdì sono ragazzi informati, critici, fiduciosi nei confronti della scienza e attenti a ciò che anni gli studiosi ripetono: per salvare il pianeta non c’è più tempo.
“Siamo la prima generazione a vivere le conseguenze dei cambiamenti climatici. E anche l’ultima a poter fare qualcosa”, ripetono in coro. E se Greta ha catalizzato la voglia di impegno, e resta il punto di riferimento per tutti, scendere in piazza, far sentire la propria voce, prendere posizione, sta risvegliando, a sorpresa, la voglia di politica. Perché il movimento è dichiaratamente apartitico, ma “dialoga con tutti”, dicono: «Attentissimi però a evitare ogni tipo di strumentalizzazione”.
Generazione Greta, Generazione Z, Green Generation: l’importante non è etichettarli, ma tenerli sotto osservazione. Perché, come dice lo scrittore Antonio Moresco, autore tra l’altro di un appassionato pamphlet sul rischio d’estinzione della nostra specie, “Il grido” (Sem) “sono una generazione entrata di scena all’improvviso, che ha scavalcato di colpo quella precedente. Questo perché in gioco c’è la radice dell’uomo, il suo contatto stravolto con la natura, la fine che incombe. Tutto ciò i più piccoli lo capiscono per primi”.