Un’iniziativa di lunga portata che individua i luoghi più inquinati, così che le comunità locali possano intervenire.
Da bambino, negli anni 70, Rovshan Abbasov trascorreva le sue estati in yurte, circondato dalla sua famiglia e dagli immacolati pascoli delle montagne caucasiche. Ma ogni settembre, come la maggior parte dei bambini originari di quella regione famosa per il suo cotone che al tempo si chiamava Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaijan, Abbasov tornava a faticare nei campi, per raccogliere “l’oro bianco” del suo paese.
Si ricorda ancora quando era nei campi con gli altri bambini, obbligato a perdere mesi di scuola durante il raccolto, mentre piccoli aeroplani volavano sopra le loro teste spargendo una polvere bianca. Anni dopo, Abbasov scoprì che gli aeroplani stavano cospargendo i campi – e i bambini – di DDT, un insetticida altamente tossico.
Vent’anni dopo, alla fine degli anni ‘90, Richard Fuller stava cercando di migliorare il suo handicap nel golf (un sistema per cui i giocatori di golf possono sfidare giocatori più forti giocando “alla pari”, più l’handicap è basso, più sono alte le capacità del golfista). Era un imprenditore di successo, sufficientemente ricco e giocava due o tre volte alla settimana al club di golf locale. Allo stesso tempo era anche terribilmente annoiato.
Fuller ricorda di aver pensato: “Cosa posso fare di utile in questa vita, qualcosa che richieda una discreta contribuzione… Qualcosa per cui un ingegnere australiano possa essere utile?”
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