Lo scorso 29 ottobre l’italia intera è stata colpita da un’ondata di maltempo particolarmente intensa rispetto a quello che normalmente accade durante questo periodo dell’anno:in altre parole dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Purtroppo negli ultimi anni l’Italia è diventata famosa nel mondo anche per i grossi limiti nella gestione del territorio mostrando un dissesto idrogeologico particolarmente diffuso ma quello che è successo a fine ottobre è qualcosa che a memoria d’uomo non si era mai visto.
Hanno fatto il giro del mondo le immagini dello sradicamento di 300.000 alberi nelle Dolomiti in un bosco noto per fornire il pregiato legno col quale vengono costruiti i violini Stradivari; meno eclatanti ma altrettanto dolorose sono state le ferite subite del territorio in cui sono presenti alcuni gruppi locali degli amici della Natura italiani.E’ il caso del Monte Baldo sul versante orientale del Lago di Garda, dove numerosi alberi sono stati sradicati e hanno chiuso i sentieri del bosco in più punti in prossimità della Casa NF Baito 359; molto più violento invece è stato il vento che ha colpito la Valle Camonica ( in particolare Saviore dell’Adamello) superando i 200 km all’ora con il conseguente sradicamento di circa 20.000 alberi secolari. L’evento è stato così potente che le autorità locali hanno chiesto alla popolazione locale di non uscire di casa per alcuna ragione e, l’indomani, il bosco risultava completamente chiuso da muri di alberi caduti. Qui la situazione è ben lontana dall’essere risolta: l’inverno incombe e la Municipalità ancora attende i fondi per poter avviare i lavori di pulizia del bosco su vasta scala.
In entrambi i casi, però, gli amici della natura si sono resi protagonisti di attività di volontariato, molto apprezzate dalle rispettive comunità, ripristinando con un intenso lavoro manuale la viabilità escursionistica dei boschi.