G.I.A.N. a supporto di Srebrenica

Il Gruppo Italiano Amici della Natura , preso atto dell’interesse dimostrato nei suoi confronti per la gestione delle case degli Amici della Natura e delle relative implicazioni socio-culturali, propone un incontro con la fondazione “Alexander Langer Stiftung” e “Adopt Srebrenica” per domenica 25 ottobre 2015 a Bolzano (Italia).

L’obiettivo dell’incontro è ottenere un primo riscontro sulle condizioni di base e le intenzioni dell’associazione bosniaca “Adopt Srebrenica” (BiH) circa l’apertura di un centro di turismo dolce e sostenibile a Srebrenica (Bosnia) nell’ottica di dare un positivo contributo alla ripresa del dialogo e delle condizioni di vita della città.

Srebrenica, attualmente, è una città impoverita che prima della guerra aveva un’economia fiorente, di respiro internazionale, legata prevalentemente alla qualità delle sue strutture termali e alla bellezza della natura. Se dall’incontro dovessero emergere contenuti positivi si potrebbe concordare una missione esplorativa a Srebrenica per valutare le condizioni sul posto.

Considerata la complessità della situazione e la scarsa disponibilità finanziaria delle istituzioni pubbliche, NF Italia auspica la collaborazione con le altre Federazioni NF e ne chiede la partecipazione già da questa prima fase esplorativa e di progettazione.

 

Pregresso storico

Srebrenica è la città della Bosnia Erzegovina che l’ONU si era obbligata a proteggere nel 1993. Rimasta in stato d’assedio, fu vittima di epurazione etnica e di un’aggressione dall’11 luglio 1995 ad opera dell’esercito dell’autoproclamata Repubblica Srpska, che vi consumò un massacro, definito genocidio dal Tribunale dell’Aia.

Ben 8.372 uomini dai 12 ai 77 anni furono uccisi e sepolti in fosse comuni, in soli 5 giorni, dopo essere stati separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani. Case, infrastrutture, moschee, edifici pubblici e termali furono distrutti durante la guerra. Dei 37.000 abitanti di allora (2/3 bosgniacchi) oggi vivono a Srebrenica circa 7.000 persone, per la maggior parte nei villaggi di montagna nei quali è iniziato un difficile ma promettente ritorno.

E’ stata avviata la ricostruzione delle terme, ma i lavori sono stati sospesi da tre anni per un conflitto sui diritti di utilizzo delle acque tra la municipalità di Srebrenica e il governo della Repubblica Srpska.

 

Il progetto Adopt Srebrenica

Nel corso di due colloqui, nel novembre del 2014 e nel luglio 2015, patrocinati dalla Fondazione Alexander Langer Stiftung di Bolzano, che da 10 anni è presente sul posto insieme all’associazione Tuzlanska Amica di Tuzla (la città che ha raccolto il maggior numero di profughi), abbiamo verificato l’interesse e la disponibilità di un gruppo di giovani misti, ben radicati nella città, che si sono costituiti nell’associazione Adopt Srebrenica, che ha costruito nel tempo solidi rapporti con altre realtà associative, non solo locali, che promuovono la conoscenza della città e vi organizzano un Centro di documentazione sulla storia del territorio prima della guerra, visite di studenti e gruppi interessati, iniziative culturali e di promozione della pace.

Al tempo della guerra i ragazzi che abbiamo incontrato a Bolzano avevano tra i due e i cinque anni e la loro vita si svolge oggi in una situazione incerta e molto difficile. Il loro desiderio non è solo quello di realizzare occasioni d’incontro e di conoscenza, ma di fare in modo che la città di Srebrenica torni ad essere uno spazio ospitale, all’interno del quale sia possibile ricostruire le diverse identità culturali e umane, arricchite da relazioni, scambi e attività di lavoro.

Per l’associazione Adopt Srebrenica hanno già dato la loro disponibilità a seguire il progetto sia il Presidente dell’Associazione Nemanja Zekic (nemanjazekic2@gmail.com) che parla inglese, sia il Presidente dell’Assemblea dei Soci Bekir Halilovich (bekirhalilovic@yahoo.com), che parla anche tedesco.

 

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