Gli alberi in Italia, in città e nel Mondo
In Italia ci sono circa 20 miliardi di alberi e, in controtendenza rispetto alla deforestazione selvaggia che colpisce le grandi aree verdi del mondo, boschi e foreste sono in espansione. Il nostro, a dirla tutta, è il periodo in assoluto più selvoso della storia d’Italia – almeno dell’ultimo migliaio di anni (fonte: ilsole24ore).
Grazie alle moderne tecniche agricole, ogni giorno la natura riconquista spazi perduti in tempi più bui, quando la necessità di mettere a coltura tutte le terre disponibili portava all’abbattimento di foreste secolari immense.
Le buone notizie non finiscono qui. Nelle città europee stiamo assistendo alla nascita di una nuova cultura ambientale, con politiche locali volte a favorire il verde urbano.
E’ sempre più chiaro, infatti, che le piante in generale sono un elemento insostituibile nel fragile ecosistema cittadino. Ricercatori statunitensi, ad esempio, hanno dimostrato che persone che osservano paesaggi urbani con vegetazione presentano un battito cardiaco più lento, minore pressione sanguigna e attività cerebrale più morigerata.
La stessa ricerca dimostra che i suoni naturali, come il fruscio delle foglie, o i profumi dei fiori e del terriccio, costituiscono sensazioni che favoriscono il benessere psicofisico dei cittadini.
Certamente le funzioni estetiche e le proprietà benefiche a livello umorale e cognitivo sono importanti, ma oggi sappiamo che nella nicchia ecologica urbana gli alberi rivestono un ruolo fondamentale soprattutto perché influenzano il microclima migliorando la qualità dell’aria: filtrando le particelle inquinanti la purificano dalle polveri e dai gas nocivi presenti nell’atmosfera. Basti pensare che un faggio di 100 anni, con una superficie fogliare di 7000 metri quadrati, nel corso di un’ora assorbe 2,5 chili di CO2 e ne libera 1,7 di ossigeno. Facendo una stima approssimativa un albero del genere, nel corso della sua vita, “pulisce” un volume d’aria pari a quello di 80000 case unifamiliari con cubatura media di 500 metri cubi (fonte: Provincia di Bergamo).
(Ora immaginate cosa può fare un bosco – e pensate che cosa comporti la tragedia della deforestazione!)
Oltre alle funzioni che ricopre nelle città contemporanee, l’albero ha sempre avuto un ruolo culturale in molte civiltà dell’antichità. L’economia di alcune di queste si basava interamente sulla produzione e la lavorazione del legno. E poi con gli alberi abbiamo esplorato i mari, ci siamo scaldati le case e con la combustione del legno abbiamo dato vita ad una rivoluzione alimentare.
Persino nelle religioni l’albero occupa un posto rilevante, talvolta essendo abitato da divinità, talaltra essendo la divinità stessa. Nella Genesi c’è l’Albero della vita, nel Corano il “Loto del Termine” (che significa: albero di giuggole); alcune religioni nordiche svolgono i propri riti alla presenza di alberi, all’interno di boschi e di foreste. Insomma: l’albero è uno dei più importanti protagonisti della storia dell’umanità.
Purtroppo, però, non sempre ci si ricorda della sua importanza per la Terra. Infatti, come l’esempio del faggio ha dimostrato, gli alberi sono una componente chiave per il benessere della vita del mondo. Margherita Hack, nei “Quaderni di bioetica”, elencava le funzioni positive delle grandi foreste: “rigenerano l’aria che respiriamo, combattono l’eccesso di anidride carbonica, rendono il clima più fresco d’estate, impediscono lo smottamento dei terreni, offrono rifugio a migliaia di specie animali, che proprio in conseguenza dei disboscamenti selvaggi, dell’avanzare del cemento e dell’asfalto, vedono ridursi continuamente i loro habitat e finiscono per estinguersi”.
Secondo le ultime stime, frutto del lavoro di un team internazionale di scienziati, ci sono tre trilioni di alberi nel mondo, ma ne vengono tagliati ogni anno 15 miliardi. Dalla rivoluzione agricola di 12 mila anni fa, la Terra ha perso circa il 47% degli alberi. Se, quindi, è vero che in paesi come l’Italia e in città in cui è presente una forte cultura ambientale, il rinverdimento è un fenomeno di notevole dimensioni, pure, il mondo, nel suo complesso, va incontro a un futuro meno salubre.
A questo proposito si invitano i lettori a proseguire la lettura per imparare l’arte della cura e del rispetto della natura. Verrà infatti spiegato, passo per passo, come piantare un albero. La soddisfazione di essere artefici del suo sviluppo, di sapere che anche grazie a noi l’aria della nostra Terra è più pura e l’ambiente più favorevole alla vita dell’uomo e degli altri animali, dovrebbe di per sé ricompensare la poca fatica che serve per interrarlo. E poi, andiamo: pensate tra dieci, vent’anni guardare i vostri figli, i vostri nipoti o gli amici e dire, indicando il tuo albero: “questo l’ho fatto io!”
Come si pianta un albero?
Innanzitutto prima di piantare un albero bisogna compiere delle ricerche per accertarsi delle condizioni in cui verrà a crescere. Per prima cosa serve capire qual è il clima della zona, in modo da trovare la specie più adatta alla sopravvivenza. A questo scopo ci si può rivolgere all‘ARPA regionale o alla Guardia Forestale.
Dopodiché bisognerà valutare il terreno in cui si vuole piantare l’albero, perché alcuni fattori come la pendenza, il vicinato e l’erosione del suono possono avere un impatto sulla crescita e lo sviluppo della vegetazione. Un consiglio è di tenere in considerazione anche la componente estetica, per evitare che l’albero, una volta cresciuto, stoni nel panorama complessivo dell’ambiente scelto.
Inoltre è importante e anzi necessario verificare che piantare un albero effettivamente si possa fare. Ossia: bisogna controllare la legalità del progetto. A questo proposito basterà controllare negli appositi regolamenti urbanistici degli enti comunali e provinciali in cui si vuole effettuare lo scavo.
Dopo questa prima fase di analisi e ricerca, sei pronto ad acquistare un albero da piantare.
Come per ogni pianta, l’albero ha migliori possibilità di crescere e sopravvivere se è interrato durante il periodo più propizio. Ciò, ovviamente, dipenderà dal tipo di albero scelto e dal clima della zona. Una volta acquistato l’albero e aspettato il momento giusto per piantarlo, in base alle dimensioni dell’acquisto bisognerà seguire un processo diverso. Se, cioè, hai acquistato un seme, per prima cosa bisogna che germogli; sarà poi possibile piantare il germoglio in un contenitore individuale. Una volta raggiunta una dimensione adeguata, la piantina va capovolta e tolta dal vaso, pronta ad essere interrata all’interno di una fossa delle dimensioni adeguate.
La buca dev’essere ovviamente scavata in relazione alle dimensioni delle radici: la fossa, cioè, dev’essere 2-3 volte la larghezza della zolla radicale e alta tanto quanto quest’ultima. Le misure serviranno alle radici per svilupparsi senza costrizioni. Talvolta si suggerisce di aggiungere uno strato di fosfato monocalcico per promuovere lo sviluppo di radici sane – ma il consiglio, come sempre, è di affidarsi ad un esperto.
Una volta realizzata la buca e controllate le misure, la pianta è interrabile. Bisogna evitare di sotterrare eccessivamente la parte della pianta in cui lo stelo diventa radice e nello stesso tempo non lasciare nessuna radice sposta. Dopo aver interrato la pianta bisogna riempire la buca usando una miscela di compost e terra (per ¾ si userà il vecchio terreno, per ¼ compost). E’ importante, in questa fase, fare attenzione affinché non si formino bolle d’aria nelle vicinanze delle radici. Per evitarne la comparsa basta riempire la buca un poco per volta, compattando delicatamente il terreno ad ogni strato. Una volta piantato, l’albero, che è ancora una pianticella delicata, ha bisogno di supporto: forti venti o piogge possono spezzarlo – e sono sicuro che non è ciò che desideriamo. Picchettando la zona in prossimità all’alberello ci si assicurerà di una protezione contro le sventure naturali. Sarà possibile rimuovere i picchetti quando le radici avranno raggiunto una certa stabilità (solitamente dopo un anno).
Come si può vedere, piantare un albero non è difficile, ma per farlo bene servono cure e dedizione, sia prima che dopo l’interramento. Ovviamente, infatti, non è sufficiente piantare un albero per farlo crescere sano. Uno dei primi compiti del novello piantatore è di bagnare l’albero seguendo una programmazione regolare: il sistema radicale potrà così affondare nel terreno, stabilizzandosi. S’intende: l’innaffiamento deve tenere conto delle condizioni climatiche della regione in cui l’albero è piantato.
Oltre all’innaffiamento, curarsi dell’alberello significa potarlo, per quanto l’idea di tranciare rami possa sembrare dolorosa e controproducente. Non è così: i rami rotti, morti o malati vanno rimossi – con delicatezza – per favorire lo sviluppo corretto della pianta. Se l’albero, al contrario, non presenta malumori, non c’è necessità di potarlo – per lo meno fino alla stagione successiva: puoi così goderti la tua opera vegetale in tutta tranquillità. Il mondo, che per merito tuo è un po’ più verde e sano, ti ringrazia.
C’è anche chi ci pensa per noi: Treedom
“Treedom è l’unica piattaforma web al mondo che permette di piantare un albero a distanza e seguirlo online”.
I ragazzi e le ragazze dietro a questo splendido progetto italianissimo si presentano così.
Treedom è un sito web che permette all’utente di interrare, con un semplice click, un albero di sua scelta in una regione di preferenza. L’albero sarà piantato da contadini locali specializzati; verrà fotografato, geolocalizzato e avrà una pagina dedicata online, permettendoti di essere sempre in contatto con lui. Potrai custodirlo o donarlo ad amici o persone care – o perché no?, a sconosciuti!
Dalla sua fondazione Treedom ha piantato più di 250.000 alberi in Africa, America Latina e Italia. Un’enorme foresta che grazie allo splendido lavoro della piattaforma e di utenti come te, contribuisce a produrre benefici ambientali, sociali ed economici.
Che aspetti?
Pianta un albero!
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