L’emergenza climatica è una drammatica realtà. Ci stiamo avventurando verso un surriscaldamento del pianeta di oltre 4°C con scenari apocalittici se non interverremo rapidamente. Gli scienziati dell’IPCC, il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’ONU, avvertono che non è più possibile continuare su questa strada. Per evitare la crisi climatica si deve agire entro alcuni anni riducendo le emissioni di gas serra almeno del 95% entro il 2050, questo contribuirà a contenere il riscaldamento del pianeta almeno sotto la soglia critica, 2°C. I governi attualmente in carica, pertanto, hanno enormi responsabilità. In assenza di misure efficaci, tra le possibili previsioni per i prossimi decenni sembra inevitabile che tempeste e inondazioni si abbatteranno con sempre maggior intensità sulle zone costiere del mondo provocando lo spostamento di milioni di persone; il riscaldamento del clima modificherà le zone forestali e le zone umide causando danni, a volte irreversibili, all’intero ecosistema; il riscaldamento globale provocherà l’innalzamento del livello dei mari mettendo a rischio le popolazioni costiere; le infiltrazioni di acqua salata a livello costiero dovute all’innalzamento del livello dei mari diminuiranno la qualità e disponibilità di acqua dolce e potabile; le condizioni climatiche, modificate dal caldo e dall’umido, potranno far insorgere nuove forme patologiche ed accelerare la propagazione di malattie infettive come la malaria e la febbre gialla; a causa delle pratiche agricole non sostenibili e della progressiva avanzata dei deserti, numerose aree del nostro pianeta diverranno improduttive ed inospitali.
Possiamo ancora cambiare rotta e restituire alle future generazioni un mondo ospitale. L’Unione Europea ha un ruolo decisivo nella trattativa internazionale che impegna i Paesi del mondo a una progressiva riduzione dei gas climalteranti. L’impegno già dal 2010 è quello del raggiungimento del 20-20-20: ossia l’abbattimento delle emissioni di CO2 pari al 20% entro il 2020 che la stessa Unione Europea si è data per contrastare i cambiamenti climatici e ridurre il tasso di CO2 nell’atmosfera. Inoltre il 20% di produzione di energia dovrà arrivare da fonti rinnovabili. Come produciamo e consumiamo energia è una delle grandi questioni che riguardano i cambiamenti climatici. Sebbene alcune scelte non dipendano direttamente da noi, siamo comunque responsabili delle emissioni di una buona parte di gas climalteranti. Essere consapevoli dei propri consumi è il primo passo verso un modello energetico sostenibile. Modificare piccole abitudini nel proprio stile di vita può contribuire in maniera importante alla riduzione dei gas serra, portando benefici ambientali, economici e sociali.
Per questa ragione proponiamo azioni semplici e concrete per contribuire in modo significativo alla lotta contro i cambiamenti climatici, per migliorare la qualità della nostra vita:
- consumiamo solo energia 100% rinnovabile;
- chiediamo ai nostri Sindaci di firmare il Manifesto per l’autoproduzione da fonti rinnovabili;
- aderiamo al Manifesto per La Nuova Agricoltura sostenibile e biologica;
- scopriamo, impariamo a conoscere e diventiamo parte attiva dei Gruppi di Acquisto Solidale.
Battiamoci allora affinchè l’Italia e l’UE si facciano promotrici di obiettivi ambiziosi per la riduzione dei gas-serra e di spinta verso una economia low-carbon attraverso target legalmente vincolanti che spingano anche lo sviluppo delle fonti rinnovabili e gli interventi di efficienza energetica.
Gruppo Italiano degli Amici della Natura – Sezione Arcobaleno di Lozio e Circolo Legambiente “Carlo Branchi” – Vallecamonica