Si è da poco concluso il quarto viaggio del GIAN in 4 anni a Srebrenica a sostegno del progetto Srebrenica City of Hope dell’associazione bosniaca Prijatelji Prirode Oaza Mira fondata nel 2017 da Irvin Mujcic. Quest’anno il viaggio era finalizzato a supportare dei lavori manuali nel villaggio di Kasapic dove a breve verranno installate due nuove case in legno in stile tradizionale bosniaco per l’ospitalità dei visitatori.
Kasapic è un piccolissimo villaggio che dista pochi chilometri dal centro di Srebrenica che si percorrono in circa 30 minuti; è molto vicino al villaggio di Suceska dove nel corso del viaggio del 2017 abbiamo potuto ammirare alcune pietre funerarie lasciate dai Bogomili. Prima della guerra Kasapic era un villaggio abitato da una trentina di famiglie che potevano far leva sulla funzionalità di cinque mulini ad acqua; Attualmente al villaggio vivono solo tre o quattro famiglie e i mulini, che sono andati distrutti con la guerra, sono ricoperti come gran parte del villaggio stesso da un fitto manto erboso e dal bosco che è avanzato in maniera prepotente.
L’area prescelta quindi da PPOM per consolidare il progetto Srebrenica City of hope come prosecuzione culturale nella tradizionale dei bogomili presenta degli indubbi vantaggi in termini di risorse a partire dalla presenza di un corso d’acqua, di legna in abbondanza e di uno dei cinque mulini che, se ripristinato, potrà tornare a consolidare i legami dei villaggi circostanti attraverso la macinazione e la produzione sostenibile di energia elettrica
La finalità dei lavori che abbiamo effettuato grazie anche all’aiuto volontario dei partecipanti al progetto “From zero to hero” di IYNF è stata principalmente di preparazione ai lavori veri e propri che verranno effettuati dalle uniche persone in zona che hanno il know-how sulla costruzione delle case tradizionali. Sono state scavate delle canaline di scolo per l’acqua dalla strada di servizio in modo tale che i mezzi che verranno potranno non restare impantanati in caso di pioggia, è stata spianata l’area su cui verranno costruite le casette falciando l’erba ed effettuando un taglio selettivo del bosco che è avanzato negli ultimi vent’anni, non c’è stato abbastanza tempo per finire la stalla ma è stato comunque interessante utilizzare una tecnica vietnamita basata su ciocchi di legna e fango per costruirne i muri; inoltre è stata installata una cucina alla casetta di appoggio per i lavori.
Proprio in quest’ultima casetta abbiamo alloggiato per 3 giorni consecutivi in un ottima atmosfera di amicizia e collaborazione comprensibilmente segnata dalla fatica fisica. Dal momento che i lavori in quest’area sono partiti da poco abbiamo dovuto affrontare anche alcune “scomodità” come la mancanza di energia elettrica e di acqua corrente ( sopperendo con rifornimenti dal torrente) che non hanno influenzato lo spirito di gruppo, anzi ci hanno spinto a vivere più a fondo il diretto contatto con la natura facendoci riflettere sul fatto che la nostra associazione ebbe inizio 125 anni fa più o meno con le stesse modalità.
PPOM ha dovuto far fronte nell’ultimo anno diverse richieste di gruppi per visite giornaliere ho più prolungate e abbiamo notato con piacere che sono state coinvolte attivamente più persone in vari ruoli: da chi può cucinare dei pasti, a chi può ospitare persone nelle proprie abitazioni, chi disponendo di un allevamento di cavalli nella tradizione dei bogomili rende possibile sia un approfondimento culturale sia una passeggiata a cavallo. Riteniamo molto positivo, infine, che questa esperienza riesca offrire una possibilità di lavoro, anche se occasionale, alcuni giovani del posto.
Un ringraziamento particolare oltre che a Irvin, a Stefania, Arian, Andy e Nermin