In data 4 Marzo 2021 si è svolto il webinar intitolato “Dam Removal goes Alps 2021”; un seminario, con ospiti di diverse nazionalità, finalizzato all’approfondimento dei benefici economici, sociali ed ecologici derivanti dalla rimozione di dighe ed impianti idroelettrici.
Durante l’incontro sono intervenuti diversi relatori, appartenenti ad associazioni conservazioniste, di pesca e canottaggio, coordinati da Christoph Heinrich, di WWF Germania.
Hanno partecipato inoltre, al fine di un’analisi prettamente scientifica, diversi professori universitari tra cui Carlos Garcia de Leaniz (Swansea University, Regno Unito), Laura Soissons (INRAE, FR), Paul Rauch (University of Natural Resources and Life Sciences, Austria) e Gregory Egger (Karlsruhe Institute of Technology, Germania).

I temi trattati vertevano principalmente attorno a due macro argomenti:
1-l’importanza del rapporto uomo fiume nella cultura europea
2-l’arroganza ingenua dell’uomo nel credere di poter correggere e sfruttare i fiumi a scopo puramente economico.
Una prima focalizzazione ha riguardato l’importanza dei servizi ecosistemici derivanti agli ambienti d’acqua dolce e alla loro complessa biodiversità, unita a quella degli ambienti limitrofi. Il nodo del problema è stato individuato nell’utilizzo antropico di solo alcuni di questi servizi, impattando sui corsi fluviali in modo tale da degradare tutti gli altri. Questo concetto va unito alle pressioni che esercitano quotidianamente i 60 milioni di cittadini europei che vivono lungo il corso dei principali fiumi.

Per quanto riguarda la massiccia presenza di impianti idroelettrici lungo i corsi fluviali europei, è stato innanzitutto evidenziato come l’energia ricavata da essi non venga realmente resa usufruibile alla popolazione, come spesso divulgato, ma venga monopolizzata da coloro che la ricavano, pur con conseguenze che impattano sui cittadini. Sono state individuate le pressioni che questi impianti esercitano sugli ecosistemi fluviali, impedendo il mantenimento di hotspot di biodiversità caratteristici di fiumi inalterati, comportando penalizzazioni della fauna ittica e degli habitat connessi. È stato sottolineato come l’idroelettrico, paragonato alle altre energie rinnovabili, risulti il più impattante sull’ambiente, evidenziando la contraddizione nel voler abbattere dighe ed argini nonostante l’incapacità di fermare la costruzione di nuovi impianti.

Il primo passo potrebbe già essere un’eliminazione degli enormi sussidi che vengono erogati a sostegno di queste opere (20.3 miliardi a livello europeo per il solo idroelettrico). La testimonianza d’abbattimento di una diga sul fiume Lech in Austria, portata da Gerhard Egger (WWF Austria), ha evidenziato diverse conseguenze di cui tenere conto:
-l’aumento di portata improvviso da parte del fiume genera un massiccio trasporto a valle di sedimenti dell’alveo;
-impossibilità di conciliare la demolizione con i cicli vitali di alcuni pesci, essendo costretti a farla nei periodi a maggior scarsità d’acqua, può generare disturbo e impedirne il corretto svolgimento;
-difficoltà nel comunicare ai cittadini le motivazioni a supporto dell’importanza del ripristino del corso naturale dei fiumi;
-forte innalzamento del livello dell’ alveo fluviale (1-1.5m), rispetto alle condizioni normali;
-Ostacoli posti dalla burocrazia e dalla scarsa volontà delle autorità di supportare queste iniziative;

Tenendo conto anche delle considerazioni espresse in precedenza, sono stati individuati diversi comportamenti da attuare al fine di tracciare una direzione percorribile di risoluzione del problema. Partendo da un maggiore coinvolgimento, a scopo principalmente informativo, dei cittadini riguardo all’impatto di questi impianti e le ripercussioni sulle loro vite. È inoltre evidente come sia necessaria l’eliminazione di sussidi che incentivino la costruzione di nuovi impianti, convertendo invece parte dei fondi stanziati in sussidi per la loro rimozione. Infine, per ovviare al rischio di inondazioni in seguito alla rimozione di argini, è necessario sviluppare nuovi metodi e tecnologie che ne scongiurino l’avvenimento ed allo stesso tempo non limitino eccessivamente la sinuosità ed il libero scorrimento fluviale.

Adamo Irma
GianGiò

 

 

 

 

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