Cari amici della natura, come da più di dieci anni torna a Saviore, anche quest’anno, l’appuntamento con la tradizione dei matrimoni impossibili del Venerdì santo, (14 aprile) “Maridà le Pùte”-maritare le nubili” rappresenta, per i savioresi rimasti e per quelli emigrati, il momento più significativo di autonomia culturale e di resistenza di una comuntà che combatte contro l’omologazione e la sconfitta. Concluso il rito della deposizione del corpo mortale di Gesù nel sepolcro e legate le campane, violenti e ripetuti suoni di corni accompagnano i richiami che da una parte all’altra del paese si scambiano due gruppi di uomini. Vero e proprio momento cerimoniale e teatrale, accanto al fuoco il gruppo che rappresenta i “selvatici” appena usciti dal bosco indica i nomi ed incita agli “accoppiamenti”, mentre presso la chiesa, sul dosso Merlino un altro gruppo risponde. Invitandovi a partecipare ricordiamo che la ripresa di questo rito arcaico e pressoché unico, in questa forma, sulle Alpi è frutto dell’incontro tra alcune donne anziane e la ricerca culturale e spirituale che, come amici della natura, sviluppiamo da trent’anni.