Gli immigrati in Italia arrivano principalmente da paesi come Senegal (regione Casamans), Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Afghanistan, Siria, Costa d’Avorio, Gambia Serra Leone, Libia, Tunisia, Eritrea, Sudan , Mali, Guinea, Iraq, Algeria.


Quando un immigrato arriva nei nostri centri, per prima cosa viene schedato attraverso le sue impronte nell’EURODAC (Dattiloscopia europea), poi se non ha un documento valido viene ‘rinchiuso’ in un CPR (Centro per il rimpatrio) in attesa di espulsione attraverso accordi bilaterali con il paese d’origine.
Se rimangono invece nel nostro paese, possono richiedere il permesso di soggiorno e ottenerlo per motivi di lavoro, di attesa di occupazione e/o motivi umanitari. La nuova legge nota come decreto sicurezza stabilisce che non sarà più possibile convertire un permesso di soggiorno per motivi umanitari in permesso di soggiorno per motivi di attesa occupazionale ma solo convertirlo in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Al rigetto per la richiesta di conversione si può solo fare ricorso, ma raramente si riesce ad ottenere la conversione e l’unica via percorribile per loro rimane la clandestinità.

La nuova legge ha quattro aspetti fondamentali: l’abolizione protezione umanitaria, l’impoverimento sistema SPRAR, l’aumento della permanenza nei centri per il rimpatrio (CPR) e le serranti limitazioni di cittadinanza.
L’abolizione della protezione umanitaria ha causato:
– L’aumento dei rigetti dalla Commissione Territoriale (CT) per il riconoscimento della protezione internazionale
– Rigetti alle domande d’asilo
– Il permesso per le cure mediche, considerate tali solo le condizioni di salute molto gravi e certificate, non si converte in permesso di lavoro. Prima del decreto le cure mediche avvenivano sotto protezione umanitaria.
L’impoverimento del sistema SPRAR, di responsabilità comunale, che è stato convertito nel sistema SPRIOMI che è un sistema, al contrario, privatizzato che consiste nell’affidamento a privati tramite un bando. Mentre gli SPRAR sono strutture che garantiscono l’accoglienza attraverso corsi di formazione, assistenza, corsi di italiano e consulenza psicologica, gli SPRIOMI sono strutture collettive con finanziamenti minimi all’interno dei quali non vi è nessun tipo di servizio di accoglienza. Le conseguenze immediate ad un sistema SPRIOMI sono certamente la criminalizzazione dei richiedenti asilo.
Adesso gli SPRAR non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma soltanto minori non accompagnati e chi ha già ricevuto la protezione internazionale.
Oltre agli SPRAR e agli SPRIOMI, gli immigrati vengono stipati nei Centri per il Rimpatrio, nei quali , con la nuova legge, è stato raddoppiato il tempo di permanenza da un massimo di 90 giorni a 180 giorni.
La cittadinanza, inoltre, può essere revocata in caso di condanna definitiva per i delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine costituzionale per i quali la legge prevede la pena della reclusione tra 5 anni o 10 anni.

 

 

 

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