Sotto la patina lucida di un presunto sviluppo turistico, si nasconde un progetto devastante che rischia di deturpare per sempre le nostre amate montagne. Un ambizioso piano vuole infatti collegare le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola nella bergamasca e per implementare l’offerta del nuovo comprensorio sciistico intende trasformare un angolo di paradiso in un gigantesco luna park della neve. Il progetto promette inoltre positive ricadute sull’economia della zona ma a nostro avviso non sono così’ certe…anzi quelle negative rischiano di mettere a repentaglio il benessere della comunità; di certo c’è soltanto il sacrificio dell’ambiente (l’ennesimo).
Un costo esorbitante
70 milioni di euro, di cui ben 50 pubblici, per un’opera che promette di portare molti danni. Un investimento spropositato, che grava sulle tasche dei cittadini, per un’industria, quella dello sci, sempre più in crisi a causa dei cambiamenti climatici. Le proiezioni sono chiare: meno neve, costi energetici alle stelle, e un impatto ambientale devastante basti pensare che per collegare i due versanti è previsto lo scavo di un tunnel sotto il pizzo di Petto.
Il turismo di massa
Il progetto promette di portare più turisti ma non ci sarà da stupirsi se di fronte all’aumento dei costi di accesso agli impianti aumenteranno i soggiorni brevi e il turismo di giornata, perchè questa è la tipica reazione che stiamo notando a tutti i livelli per tutti i tipi di turismo da quando la crisi post pandemio ha fatto aumentare tutti i prezzi. Le nostre valli rischiano di diventare quindi un parco giochi per pochi, mentre i residenti vedranno aumentare i costi della vita col rischio di non riuscire ad adattarsi. per non parlare dell’aumento dei costi degli immobili che faranno contenti si i proprietari e che potranno essere comunque afforntati da acquirenti in cerca di seconda casa ma sicuramente meno facilmente dai giovani della zona che molto probabilmente preferiranno trasferirsi dove i costi delle case sono più accessibili
Un futuro a rischio per le nostre montagne
Le valli di Conchetta e Sedornia, oggi oasi di pace e biodiversità, saranno trasformate in cantieri a cielo aperto. Piste da sci, impianti di risalita, bacini artificiali: un’invasione di cemento e acciaio che deturperà irreparabilmente il paesaggio. È ora di dire basta a questo modello di sviluppo insostenibile.
Chiediamo alle amministrazioni locali di avere il coraggio di guardare oltre il breve termine e di investire in un futuro diverso per le nostre montagne. Un futuro basato sulla valorizzazione delle risorse locali, sulla promozione di un turismo lento e sostenibile e rispettoso dell’ambiente, e sulla tutela delle comunità che vivono in montagna.
Cosa possiamo fare?
- Informiamoci: Diffondiamo queste informazioni tra i nostri conoscenti e sui social media.
- Mobilitiamoci: Partecipiamo alle assemblee pubbliche e alle manifestazioni di protesta.
- Sostieniamo le associazioni: Contribuiamo economicamente alle associazioni che si battono per la difesa dell’ambiente e del territorio.
- Scegliamo un turismo sostenibile: Quando viaggiamo, scegliamo strutture ricettive a basso impatto ambientale e attività che rispettano la natura e le comunità locali.
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